
L’autore di questo libro ha voluto esprimere ancora una volta il legame viscerale tra le sue passioni, le persone che ama e il territorio dove è nato e vive. Sin da piccolo è sempre stato attratto dai pianeti, dalle stelle, da questo mondo infinito che ci osserva dall’alto pieno di misteri e ancora oggi tutto da scoprire. Mentre alla maggior parte dei bambini venivano regalati pistole giocattolo e palloni, a Fausto regalavano telescopi, strumenti che oltre ad ingrandire i pianeti e le stelle, ingigantivano la sua fantasia e la sua curiosità. Inoltrandosi nella lettura, si scopre un forte messaggio di speranza che l’autore vuole trasmettere a tutti i suoi lettori. In tutte le situazioni raccontate, anche quelle più drammatiche, si arriva sempre ad un lieto fine, come volesse essere lo specchio dei nostri tempi difficili: non dobbiamo rassegnarci e continuare a sperare. Ancora più forte traspare l’amore e il rispetto che l’autore prova per suo padre, e in lontananza anche l’amarezza di non essere lui stesso un padre. Conosco Fausto sin da bambino, così come il contesto della sua splendida famiglia. Suo padre era imprenditore e gran lavoratore con 5 figli; amavo passare il tempo in quella casa, era una piccola famiglia Bradford. La cosa che non mancava mai era il dialogo acceso e costruttivo su ogni argomento. Fausto ha continuato l’attività del padre. Non avrei mai pensato che un giorno diventasse uno scrittore, ma probabilmente ha messo in pratica le parole di Steve Jobs: “Siate affamati, siate folli”. È questo che auguro a voi lettori: di vivere con passione, curiosità e coraggio, senza lasciarvi bloccare da dogmi o opinioni altrui, come ha fatto il mio amico Fausto! Roberto Pasturi