
Consigliato ad un pubblico 16+
Il libro racconta la storia di “Ingemar”, donna complessa e combattuta, che ripercorre la propria esistenza tra amori intensi, rapporti tossici e la continua ricerca di sé stessa. “Il prologo” la presenta durante una seduta con il dottor M., il suo analista, che la guida a esplorare i “sacelli” più intimi e oscuri della sua anima. Ingemar appare fragile, segnata da un amore totalizzante che l’ha svuotata, ma al tempo stesso forte nel suo ruolo di madre di due gemelli, Ethan e Daven. La vicenda si intreccia con la “storia politica e sociale” della fine degli anni ’80: l’abbattimento del Muro di Berlino, i fermenti universitari, le speranze di cambiamento. In questo contesto Ingemar conosce “Marco”, giovane matematico carismatico, affascinante e contraddittorio, con cui intreccia una relazione appassionata ma pericolosa, segnata da desiderio, possesso e manipolazione. Parallelamente, emerge la figura del padre Bartolomeo, politico socialista, uomo potente ma controverso, la cui ombra influenza profondamente la protagonista e il suo rapporto con gli uomini. Il romanzo alterna “scene intime e riflessioni psicologiche” (nelle sedute con il dottor M.) a “momenti corali e storici”, fino a immergersi nelle dinamiche familiari di Ingemar, madre che lotta per proteggere i propri figli dall’influenza negativa del padre e dal peso delle proprie scelte. Centrale è il conflitto tra “eros e thanatos”: l’amore con Marco diventa via via più ossessivo, intriso di passione e autodistruzione, fino a mettere in pericolo l’identità stessa della protagonista. Attorno a lei gravitano figure femminili importanti, come “Marilena”, l’amica lucida e diretta che cerca di scuoterla dal torbido legame, e la madre Hanna, segnata dalle proprie scelte passate. In definitiva, I sacelli dell’anima è un romanzo che indaga l’amore come forza creatrice e distruttiva, la fragilità delle relazioni, il peso delle eredità familiari e la necessità di ritrovare dentro di sé un faro – l’anima stessa – per non smarrirsi.