Il libro tratta la storia di Marta, del suo percorso interiore, del suo viaggio, le sue paure, dei suoi limiti, dell’interfaccia con la morte, delle carezze date a quelle persone ricoverate, dei sorrisi e di quella parola gentile che ha salvato più di una volta la non accettazione della malattia da parte dei pazienti. L’elaborazione del lutto è una sfida difficilissima. Le sue tutor di tirocinio le hanno fatto amare ancora di più la figura dell’OSS. Ha capito e vissuto il precariato, alcune lacune date dal sistema sanitario e ancora difficoltà nella scoperta di se stessa. Solo vivendo giorno dopo giorno il qui ed ora arriverà al suo grande sogno. Questo libro vuole dar voce a tutti gli OSS, alle situazioni reali che devono affrontare ogni giorno, ai pregiudizi su questa figura e all’inquadratura che ad oggi non è ancora ben definita.