C’è stato un tempo in cui si comunicava con la presenza, con parole e sguardi. Non esistevano gli smart-phone e il telefono era solo un freddo oggetto di bachelite, oppure un mucchio di gettoni che sfondavano le tasche. Ci si aggregava per giocare a calcio, per organizzare feste danzanti, per farsi i pic-nic sull’erba o in spiaggia, per discutere di sport, politica e attualità. Ci si confrontava “fisicamente” e non dietro uno schermo o una tastiera. Eravamo belli e brutti, ricchi, poveri ma vivi! Pronti a cogliere la moda del momento, gli occhiali da sole emergenti, i jeans d’annata, il taglio dei capelli, (lunghi ovviamente). La politica era scontro di ideologie maturate nei decenni precedenti ma che poi, almeno da studenti, ci vedeva amici al Bar “dove Nietzsche e Marx si davano la mano… (A. Venditti)”. La TV era la RAI, con solo 2 canali per poche ore al giorno. Nascevano a fatica le prime Radio Private, ma ci si sedeva intorno ad un transistor che trasmetteva: “Alto Gradimento”, oppure ad un compagno di classe che leggeva a voce alta il primo Fantozzi. Sopra le nostre teste fischiavano le pallottole degli “anni di piombo”. Ci giungevano giornalmente le notizie di morti ammazzati in Vietnam o in Medio Oriente ma questo non spostava il nostro desiderio di crescere insieme, in comunità, condividendo idee e sogni.